Leverano ricorda Michele: memoria e legalità

Emozioni, memoria e legalità protagoniste a Leverano: studenti, istituzioni e Libera uniti nel ricordo di Michele Fazio, vittima innocente di mafia

Personale scolastico

Docente

0

Non ci sono parole per esprimere le emozioni vissute sabato 5 aprile in occasione di un incontro pubblico organizzato dal Presidio di Libera di Leverano per presentare gli elaborati finali del progetto “Il vento della memoria semina giustizia”, realizzati dagli alunni e dalle alunne degli Istituti Comprensivi Don Milani e Geremia Re. Non ci sono parole per riportare quelle piene di coraggio e speranza di Pinuccio e Lella, genitori di Michele Fazio, giovane innocente vittima di mafia a cui la serata è stata dedicata. Eppure sono proprio loro, per primi, che le hanno trovate, le hanno cercate dentro il loro profondo dolore per raccontare la vicenda drammatica che ha cambiato la loro vita per sempre: parole come fiducia, giustizia, verità, perdono, amore e tante altre, nel fiume impetuoso della testimonianza che ha toccato le corde del cuore di tutti i presenti e scosso la tranquillità di chi vive immerso negli impegni quotidiani senza immaginare i drammi che si consumano altrove. Le ha trovate il sindaco Marcello Rolli per ribadire l’importanza della recente inaugurazione del Presidio di Libera a Leverano come faro di legalità; il primo cittadino ha sottolineato l’alto valore della formazione che inizia nelle scuole, i luoghi per primi deputati a insegnare il lessico della legalità e che da sempre hanno il supporto delle Istituzioni. Le hanno trovate i Dirigenti Scolastici, prof. Antonio Saponaro e prof.ssa Antonella Cazzato, che hanno accolto senza remore la proposta formativa del Presidio e permesso che si attivassero a scuola laboratori didattici in cui le parole fossero utilizzate per ricostruire storie di mafia, ma anche di memoria e impegno. Le hanno trovate i responsabili di Libera che, instancabilmente, hanno fatto veicolare storie, messaggi, propositi per tutti i cittadini e per i giovani. E sono stati propri i ragazzi i veri destinatari delle parole più significative, loro, alunni delle scuole e membri del Consiglio Comunale, che poi sono stati fruitori dell’evento che quelle parole hanno straordinariamente ascoltato, scritto, letto, drammatizzato, cantato e con diversi linguaggi condiviso con la cittadinanza. E non ci sono parole che possano esprimere le loro emozioni perché si vedevano, si percepivano, culminate nell’abbraccio finale, sincero e spontaneo con i genitori di Michele, quel loro coetaneo che hanno conosciuto e di cui hanno approfondito la storia…lo hanno sentito vicino, un fratello, un amico, il cui nome ricorderanno per sempre e di cui, probabilmente, imprimeranno nella memoria le parole in dialetto barese pronunciate dai suoi assassini: “Sim accis o uagnon bun”.

.

x
Questo sito utilizza i cookies per rendere la navigazione semplice ed efficiente. Proseguendo dichiari di voler accettare automaticamente l'informativa privacy. Approfondisci. Chiudi
Skip to content